Pronti i primi 20 posti letto a Copertino ospedale POST-COVID.

Pronti i primi 20 posti letto a Copertino ospedale POST-COVID.

Prossima settimana l’ospedale di Copertino sarà pronto per accogliere i pazienti COVID in fase di guarigione. Sono le previsioni del dottor Antonio Amico, responsabile dei reparti di degenza di Copertino, che ci riferisce che già oggi ci sono 20 posti letto pronti in una prima ala del nosocomio sanificata. La bonifica però prevede un processo graduale per cui occoreranno altri giorni per arrivare a sanificare tutti gli ambienti. Nel frattempo domani ci saranno i primi rientri da parte del personale rimasto in quarantena, che dovrà cominciare il percorso formativo per il corretto utilizzo dei dispositivi individuali di protezione.

Personale di Copertino sottoposti al tampone, fatti i primi 50.
“Tutti i dipendenti prima di prendere servizio – ha detto il dottor Amico – saranno sottoposti al tampone. Questa é una richiesta che ho fatto alla direzione generale dell’asl, ottennedo il consenso nonostante sia una richiesta un pò fuori dalla righe. Di solito i tamponi vengpno fatti solo in presenza di sintomi evidenti, ma ritengo che trattandosi di personale sanitario, dobbiamo essere certi di non correre rischi. Se ci ammalaimo noi, é finita. Intanto sono stati effettuati i primi 50 tamponi al personale dipendente, tenendo conto che i pazienti che arriveranno qui, anche se in fase di guarigione, restano sempre infetti.” Ha concluso Amico.

In arrivo 500 mila kit
Intanto questa mattina il dottore ha fatto la richiesta di 500 mila kit di protezione comprendenti: tute di protezione biologica, mascherine con filtro, occhiali o visiere. In queste ore il medico sta scrivendo il protocollo formativo per i dipendenti che domani rientranno in servizio, a patto che ci siano i dispositivi di protezione. Se non arrivano i kit non si parte – ha chiarito il responsabile dei reparti di degenza dell’ospedale.

Dr. Antonio Amico

Si pensa a potenziare la TIPO
“Abbiamo ancora tempo – ha aggiunto il cardiologo – perché i primi pazienti che stanno guarendo, sono già a San Cesario, ma dopo tocca a noi e non sappiamo con esattezza quanto tempo abbiamo ancora a disposizione per prepararci. Anche perché le decisioni prese sono di caraterre temporaneo, in funzione cioè dell’evoluzione dell’epidemia, tutto potrebbe cambiare e di conseguenza anche le scelte adottate. Le terapie intensive per esempio potrebbero non bastare e noi dobbiamo farci trovare pronti. Ecco perché si sta pensando di potenziare con quattro posti letto la TIPO, terapia intensvia post operatoria.” Proprio quella che da tempo si sarebbe dovuta attivare in base al piano ospedaliero regionale e che non è mai stata attivata. Non solo, ma anche la cardiologia potrebbe avere un ruolo prezioso grazie alla presenza di una UTIC, unità di terapia intensiva cardiologica.

Serve l’infettivologo
Si lavora alacramente dunque, in attesa dell’arrivo di un infettivologo, che faccia da supervisore e che nella riunione di oggi sembra sia stato individuato. “Non abbiamo le competenze infettivologiche specifiche – ha detto il dottor Amico – per questo ho chiesto alla direzione dell’azienda sanitaria, la consulenza di un collega infettivologo che possa intanto verificare se quanto è stato fatto finora, risponda ai criteri per affrontare al meglio l’emergenza e al ruolo che Copertino dovrà avere.”

Perchè allora non individuare nell’ospedale di Galatina un’ala POST-COVID, visto che al “Santa Caterina Novella”, esiste già un servizio di malattie infettive con tanto di camere a pressione negativa per l’isolamento? Come mai si è deciso per Copertino, dove c’è stato un focolaio, con il personale in quarantena e dove mancano infettivologi? Sono gli interrogativi di Franco Perrone, segretario territoriale della FSI – USAE, che sottolinea tra l’altro, la necessità di sottoporre il personale dipendente di Copertino al tampone COVID, anche se dovesse essere trasferito altrove, durante le operazioni di bonifica, per evitare un potenziale contagio nelle strutture di destinazione.

Franco Perrone

Copertino torni ad essere ospedale di base
Perrone poi scrive un comunicato rivolto ai vertici dell’azienda sanitaria e al presidente Emiliano, chiedendo a emergenza finita, di lasciare operative a Copertino quelle unità complesse di chirurgia generale, il pronto soccorso, che é il secondo – dice Perrone – della provincia per numero di accessi, l’ortopedia e traumatologia, la farmacia e il servizio trasfusionale, così come deve essere per un ospedale di base.

Un bacino di utenza di 200 mila cittadini
L’esponente della FSI – USAE chiede un incotro con i veritci asl, anche tramite videoconferenza, proprio per conoscere gli intendimenti dell’azienda, quali servizi verranno mantenuti a Copertino, ricordando che l’ospedale dovrà ritornare ospedale di base così come previsto dal piano ospedaliero regionale. Il sindacalista evidenzia il bacino di utenza che di norma il nosocomio “San Giuseppe” serve, ovvero tutta l’area nord – est del Salento con circa 200mila cittadini.

Roberta Grima
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