Concorso entro la fine dell’anno, per sfruttare al massimo la graduatoria che verrà a formarsi e impiegare man mano gli infermieri nelle varie asl della Puglia. Si cerca di evitare l’applicazione del nuovo decreto “concretezza”, che stabilisce per la pubblica amministrazione che voglia arruolare personale da una graduatoria di concorso già espletato, di ignorare l’elenco e avviare una nuova selezione per ulteriori assunzioni.
A chiarirlo Floriano Polimeno, segretario provinciale CGIL, che ha preso parte, insieme ai suoi colleghi sindacalisti della FIALS, UIL FPL, FSI USAE, Nursind, CISL, all’incontro che si é tenuto a Bari il 6 agosto scorso, tra l’amministrazione regionale e i rappresentanti sindacali. Ordine del giorno: la sanità in Puglia, in particolare: 118, liste di attesa, personale sanitario e quindi concorso infermieri.
Il concorso infermieri, una lotta tra poveri
Il problema del concorso per infermieri, è la lotta che inevitabilmente si sta già animando tra i precari, con alle spalle anni di servizio tramite contratti a tempo, nelle asl pugliesi e i colleghi già di ruolo, ma fuori regione e che da tempo hanno chiesto di potersi avvicinare a casa e lo farebbero proprio tramite concorso.
Un coperta troppa corta
La lotta é dura, perché la “coperta” come si sul dire è troppo corta. Se il 50% dei posti messi a bando saranno riservati alla mobilità, i precari restano fuori, se invece si riserva a questi ultimi, in quanto non ancora stabilizzati, i posti a concorso, resterebbero esclusi i primi. “Si tratta – dice Polimeno di 1000 posti dei quali la Regione ha previsto una riserva del 50% per la mobilità intra ed extra regionale da dividere a metà.(25% ciascuno). L’altro 50% dei posti messi a concorso, sarà destinato ai partecipanti esterni. I Precari quindi, andrebbero a casa
Prevedere una percentuale di riserva anche per i precari
“Si parla di circa 700 dipendenti – ricorda Polimeno – che a mio avviso meriterebbero più attenzione, considerato che hanno anni di servizio alle spalle e darebbero continuità assistenziale una volta assunti. Una soluzione é quella di rivedere le percentuali – dichiara Polimeno – come CGIL riteniamo che il personale precario vada tutelato, insieme a quello in mobilità. Per questo abbiamo chiesto al presidente Emiliano di rivedere le percentuali di posti in riserva, prevedendo in quel 50% destinato a infermieri in mobilità, anche posti per i colleghi a tempo determinato.”
Dalla presidenza, sembra aprirsi uno spiraglio e hanno fatto sapere, che il governatore vorrà vedere personalmente la struttura del concorso, che verrà bandito entro dicembre 2019. Inoltre non sarebbe da escludere anche che Emiliano possa incontare la platea dei precari, per ascoltare le loro rimostranze.
“Nel frattempo – conclude Polimeno – ci aspettiamo che la Regione dia mandato alle asl di far un riscontro dell’effettivo organico precario e solo dopo, alla luce dei numeri espressi dalle singole asl, decidere in che percentuali bandire i posti a concorso.
Certo la cosa ottimale – aggiunge Polimeno – sarebbe quella di allargare la platea di infermieri da arruolare, aumentando i posti. Impresa difficile perchè la Regione non può aumentare i posti, se non dimsotra al Governo centrale di aver risparmiato, ma una soluzione potrebbe essere quella suggerita dallo stesso segretario provinciale della CGIL: “regolarizzare tutti quegli infermieri che svolgono attività amministrativa, inquadrandoli nella reale categoria di contratto, così facendo molti posti infermiere risulterebbero vacanti e non sarebbe necessario chiedere fondi a roma, per poter assumere personale.”
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