Vanno bene per affrontare il covid, ma non per essere assunti. I precari della sanità dicono basta e scendono in piazza per protestare contro l’asl salentina. Un malcontento derivato dai mancati proveddimenti finalizzati alla stabilizzazione. “Ci esponiamo a rischi in questa pandemia – dicono – abbiamo superato la prima ondata del corona virus, stiamo affrontando questa seconda, dando man forte ai colleghi di ruolo, per poi vederci messi alla porta.”
Medici, ma soprattutto oss, infermieri, autisti, incroceranno le braccia il giorno 21 dalle 11 alle 13. Due ore di fermo, per chiedere la proroga dei contratti in scadenza il 31 gennaio. Sono circa un centinaio a rischiare di essere mandati a casa per fine contratto. Eppure – dice qualcuno – dalle istituzioni sentiamo sempre parlare che per far fronte al covid, serve personale.
Invece però di mantenere i lavoratori in servizio, dando continuità assistenziale ai pazienti, mantenendo dei lavoratori che stanno acqusitando esperienza, sopratutto offrendo loro la possibilità di maturare sempre più mesi di attività utili per l’assunzione definitiva, l’azienda sanitaria firma rapporti di lavoro con nuovo personale e manda a casa quello in servizio non appena terminato il contratto.
Eppure – fanno sapere dalla CGIL – la Regione Puglia aveva approvato una delibera il 29 novembre scorso, con la quale avvertiva le aziende santiarie di stipulare contratti di lavoro almeno di tre anni per poter dare supporto in termini di risorse umane e affrontare la pandemia.
Tempo poche settimane e le asl dopo i primi contratti di 36 mesi, si sono viste costrette a firmare nuovi rapporti di lavoro con operatori sanitari della durata anche di 4 mesi e questo – dicono dalla CGIL – per un contro ordine da Bari.
“Non capiamo le regioni di queste scelte schizzofreniche – dice il segretario provinciale della CGIL, Floriano Polimeno – Non abbiamo alcuna informazione.” Non solo, ma i lavoratori precari reclamano anche la ricognizione di tutto quel personale che maturerebbe i 36 mesi al 31 dicembre prossimo. Giorno in cui otterebbero il requisito fondamentale per la stabilizzazione, che non potranno vedere se a scadenza del contratto, 31 gennaio, verranno salutati e sostituiti con nuovi precari.
Così invece di portare a compimento un processo lavorativo con il personale già in servizio, si aprono nuove assunzioni a tempo, arruolando nuovo precariato.
I segretari sindacali della CGIL, CISL e UIL hanno scritto ai vertici dell’asl e al prefetto di Lecce, per comunicare lo sciopero di lunedì, sottolineando che in tempi di covid, medici e personale di comparto si aspettavano quanto meno che venissero rispettati accordi e norme nazionali
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