Sono OSS, ma l’asl fa il contratto da ausiliari

Sono OSS, ma l’asl fa il contratto da ausiliari

Da anni lavorano come operatori socio sanitari, li troviamo nei reparti dei vari ospedali salentini, sono i quasi 350 dipendenti dell’asl leccese che, pur assistendo i pazienti, nella cura dell’igiene, nel vitto, nell’accompagnamento, vengono riconosciuti e quindi pagati dall’asl, come addetti alle pulizie degli ambienti, quindi come ausiliari.

In effetti i lavoratori erano assunti come tali, poi però nel 2014 hanno frequentato un corso di formazione, per acquisire il titolo di operatore socio sanitario, anche perché già all’epoca, l’asl aveva necessità di queste figure, carenti nelle corsie e troppo spesso sostituite dagli infermieri che, invece dovrbbero occuparsi di terapie.

Un titolo che non vale nulla
Così a partire dal 2016, i 350 neo oss, lavorano con nuove mansioni, assistendo i pazienti, lo facevano anche prima, ma dal 2016 la loro attività é eseguita con titolo acquisito. Titolo che però non sembra vali grancché, visto che il contratto resta da ausiliario, mentre i lavoratori si aspettavano la naturale conseguenza, da parte dell’asl, ad aggiornare la posizione contrattuale, portando i dipendenti da categoia A, ausiliari, che si occupano degli ambienti, a categoria BS, operatori socio sanitari.

Pazienti assistiti in modo illegittimo
Nulla di tutto questo, i dipendenti continuano a prestare la loro preziosa opera di OSS nei vari reparti degli ospedali, ma senza una copertura legale e giuridica, perché il contratto che hanno è di ausiliario che non é deputato all’assitenza alla persona. Quindi se dovesse accadere al paziente un incidente qualsiasi, questi lavoratori rischiano anche giuridicamente, per aver deciso di assisterle come OSS, anche se sul contratto non erano tenute a farlo. Eppure vengono messi regoalrmente nei turni in h24, come operatori socio sanitari, ma restano sottopagati.

“La stessa facente funzioni dell’ufficio personale, dottoressa Argentero – rifersice Floriano Polimeno, segretario provinciale della CGIL – è daccordo a regolarizzare l’organico, ma dalla direzione dell’asl non vi è stato ancor alcun segnale, nemmeno – aggiunge Polimeno – la disponibilità ad ascoltare questi lavoratori” che adesso, dopo due diffide all’azienda sanitaria e prima ancora una missiva a luglio scorso, scrivono ad Emiliano, perché possa intervenire e far regolarizzare i contratti.

L’unica risposta che l’asl è stata in grado di dare – continua Polimeno – è stata quella di invitare i 350 lavoratori, a partecipare al concorsone di Foggia per OSS, quando ne potevano fare a meno, visto che il passaggio nella categoria BS spettava loro di diritto. Come se non bastasse, ci sarebbe anche la legge Madia che prevede, per le pubbliche amminsitrazioni la possibilità di riqualificare il 20% del fabbisogno di personale, con una procedura interna. Insomma i modi e i riferimenti legislativi ci sarebbero per poter regolarizzare questi 350 lavoratori, ma “non si sa perchè – conclude Polimeno – si è voluto prima fare un concorso, poi stabilizzare i 26 oss precari, forse si poteva prima sistemare il personale dipendente: precari, ausiliari in OSS, poi bandire il concorso, prevedendo il reale fabbisogno nelle varie Asl.”

Roberta Grima
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