Ci sono persone che vanno a sottoporsi ai cicli di chemio o radioterapia, c’é chi ha bisogno di andare a fare dialisi o riabilitazione, dopo per esempio un brutto incidente, persone invalide che non possono certamente guidare, ma che hanno trovato un aiuto importante nel trasporto che offre l’Asl di Lecce, tramite l’azienda Tundo che eroga il servizio. Eppure questa attività, di vitale importanza, rischia di degenerare, se la ditta continua a non pagare gli stipendi ai lavoratori, nei termini previsti.
Da qui lo sciopero che la sigla sindacale maggiormente rappresentativa, la USB, ha proclamato per il 31 agosto prossimo. Non verrà sospeso il servizio, perché per i pazienti è fondamentale, ma sarà indetta una manifestazione di protesta, con qualche disagio forse per quelle mansioni non urgenti. La Tundo infatti garantisce anche il trasferimento di provette di sangue, da una struttura sanitaria ad un’altra, l’accompagnamento di personale sanitario a domicilio dei pazienti allettati.
La protesta nasce dopo una serie di accordi e tavoli con le parti interessate, che ad oggi non avrebbero portato ad alcunché, perché “i lavoratori – spiega Gianni Palazzo, rappresentante sindacale della USB Lecce – continuano ad avere stipendi non pagati o saldati con mesi di ritardo.” C’è di più perché tra i dipendenti della Tundo, c’è chi giura di non vedere versato il TFR sull’assicurazione privata come previsto, eppure la somma risulta trattenuta dalla ditta. “Fatto gravissimo” – commenta una lavoratrice – che da maggio 2017, dice di non vedere il versamento nella polizza assicurativa.
“La Tundo secondo me – dice un autista – vuole fare cassa, perché non é in grado di sostenere le attività, da tempo non si curano i mezzi sui cui viaggiano i pazienti, non vengono sanificati e controllati.” “Prima aggiunge -un altro lavoratore – veniva effettuata la manutenzione dei mezzi periodicamente, così come il lavaggio, ma desso non andiamo neanche più in officina, perché la ditta non paga quello che dovrebbe esser fatto per la nostra sicurezza, ma soprattutto per quella delle persone che trasportiamo.” Sino a qualche tempo fa gli autisti segnalavano eventuali anomalie, guasti, al referente che si occupava della sicurezza del trasporto, ma adesso freni, ammortizzatori nulla – riferiscono gli autisti – viene controllato, si cammina con le gomme lisce” La cosa che fa sorridere, ma con un sorriso amaro, é che a luglio i lavoratori hanno seguito obbligatoriamente un corso sulla sicurezza , per poi vivere un’altra realtà.
La sicurezza però non è solo quella stradale perché “i mezzi – aggiunge una donna – se non li laviamo noi, di tasca nostra, restano sporchi, con il rischio igienico soprattutto per le persone che trasportiamo. Con noi salgono pazienti con epatite C e subito dopo magari persone con leucemia e difese immunitarie bassissime, non va bene, il rischio di infezione é altissimo. Occorre sanificare il furgoncino”
“In tanti anni che presto servizio in quest’impresa – dichiara un dipendente – é la prima volta che si verificano fatti del genere.”
“E’ urgente – dichiara Gianni Palazzo – un incontro con l’asl, la Tundo, coinvolgendo il prefetto, per far capire una volta per tutte che questa ditta non é evidentemente in grado di mantenere in piedi i servizi per i quali viene pagata dall’Asl. E’ tempo di trovare una soluzione, nel frattempo l’azienda sanitaria dovrebbe sostituirsi alla ditta e garantire gli stipendi a operatori socio sanitari e autisti, che in ogni caso assicurano il lavoro.”
“Tempo fa – ricorda Gianni Palazzo – l’azienda ha raggiunto un accordo con il sindacato USB ottenendo una proroga del termine di pagamento delle buste paga, dal 10 di ogni mese al 20, avendo così 10 giorni di respiro, ma non è bastato. Sono stati fatti diversi tavoli tra le parti interessate: rappresentante sindacale, Asl, Tundo, coinvolgendo la prefettura come garante, ma non si è risolto nulla. La ditta ha pagato a qualche lavoratore il mese di giugno, ma c’è chi aspetta ancora e nel frattempo é maturato lo stipendio di luglio.”
I lavoratori sono allo stremo: “ho finito i miei risparmi per fare fronte all’affitto – dice una donna – ho tamponato finché ho potuto, ma adesso non so davvero come andare avanti – dice la lavoratrice. “Io – sottolinea un dipendente, mi sono visto iscritto al CRIF, la banca dati dei “cattivi pagatori”, perché non sono in grado di pagare regolarmente il mutuo.” “Andiamo avanti chiedendo un prestito all’amico – aggiunge un suo collega – ma non si può più. Qui siamo in gran parte famiglie monoreddito e la Tundo ci sta mettendo in ginocchio.”
“Non vengono riconosciuti i premi produttività che percepiscono alcuni dipendenti, così come il rimborso IRPEF o la quattordicesima che, per chi ha un contratto diverso da quello della sanità privata, dovrebbe essere corrisposto ad agosto.” Evidenzia Gianni Palazzo.
La situazione non è specifica solo di Lecce, ma é riscontrabile anche a livello nazionale, la Tundo ha infatti diversi appalti in varie pubbliche amministrazioni. A Torino, Carpi, la realtà non è molto diversa da quella leccese. “Il problema – riflette un operatore socio sanitario – è sino a quando andrà avanti questo andazzo, fino a che punto la Tundo potrà reggere ancora.” Proprio pochi giorni fa, l’Asl ha chiesto chiarimenti alla ditta, la quale ha risposto tempestivamente, dichiarando nella missiva che “TUTTI gli emolumenti sono stati effettuati tanto che si ritiene inutile la convocazione di un incontro sul problema.”
“Tutto falso – chiosa Palazzo – che promette battaglia, evidenziando come ciò che servirebbe è una volontà politica ferma e seria, che trasferisca il servizio nell’Asl o nella sua partecipata, la sanità service, che come avvenuto per altri servizi, scongiurerebbe situazioni gravi per i lavoratori e al tempo stesso porterebbe dei risparmi per la pubblica amministrazione, non essendoci quel margine di guadagno come nel privato.
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