Mobilità Asl Lecce, gli infermieri: “più vicini a casa” per lavorare in sicurezza

Mobilità Asl Lecce,  gli infermieri: “più vicini a casa” per lavorare in sicurezza

Aspettano da anni di avvicinarsi alle proprie famiglie, oltre una cinquantina di infermieri dell’Asl leccese sono in attesa di trasferirsi dall’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, alle strutture sanitarie della medesima azienda sanitaria nel sud Salento. Sono lavoratori che hanno fatto fronte all’emergenza Covid e che hanno sopperito alle esigenze dei vari reparti dell’ospedale. Dopo chilometri macinati su e giù per il Salento, gli infermieri vorrebbero condizioni lavorative più sopportabili. Laura è un’infermiera che lavora da sei anni nel capoluogo salentino e ogni giorno è costretta a percorrere 90 chilometri per recarsi in reparto e ritornare a casa, un tragitto che, con i turni pesanti sopratutto durante l’emergenza sanitaria, quando non sempre è possibile il giorno di riposo, o dopo che smonta la notte, può essere pericoloso o peggio ancora fatale.

Purtroppo questo timore non è pura fantasia, è accaduto già di leggere notizie tragiche come quella relativa all’infermiera di San Vito dei Normanni deceduta a soli 30 anni per un colpo di sonno, durante il viaggio di ritorno dopo il lavoro presso una clinica privata. Colpo di sonno alla guida, così é stato riportato dalla stampa locale, perchè stremata dai turni massacranti, una tragedia dalla quale imparare a non ripetere gli stessi errori.

Con Laura ci sono tanti altri colleghi del basso Salento che lavorano anche da dieci anni e più mettendosi alla guida ogni giorno all’alba per prendere servizio. C’é chi non riesce sempre ad arrivare in tempo per dare il cambio al coniuge che aspetta di lasciare i figli prima di poter andare a sua volta a lavoro, c’é chi una famiglia invece non è riuscita a metterla su, sapendo che sarebbe complicato senza un aiuto e con un lavoro lontano oltre 40 chilometi da casa.

Dopo anni di sacrifici sembrava ci fosse uno spiraglio per la mobilità di questo personale per il quale l’Asl avrebbe bandito la mobilità interna nell’autunno del 2019 con una delibera, stando a quanto riferito da alcuni infermieri e da Graziano Accogli, segretario territoriale della Nursind, uno dei sindacati più rappresentativi della categoria. Poi è scoppiata la pandemia e tutto si é arenato, adesso che ci avviciniamo alla fine dell’emergenza – ci dice un infermiere in servizio da quasi vent’anni – vorremmo che la direzione dell’Asl portasse a termine il nostro trasferimento, prima che il “Vito Fazzi” diventi un’azienda autonoma, risultando così fuori dall’Asl, non facendone più parte.

In quest’ultimo caso la procedura sarebbe da fare ex novo con una mobilità esterna e non più interna, ma fino a quando l’ospedale leccese resta ancora appartenente all’azienda sanitaria salentina, gli infermieri in questione possono più facilmente ottenere il trasferimento con una procedura interna, anche perchè – ci dicono – i posti che lascerebbero vuoti possono essere facilmente occupati da colleghi presenti nella graduatoria del concorso per infermieri espletato a Bari e dalla quale Lecce avrebbe già attinto per coprire invece proprio le carenze di organico nelle strutture del sud Salento.

Sulla vertenza è interveuto il sindacato Nursind tramite il segretario territoriale Accogli che ha più volte sollecitato i vertici dell’Asl, anche per iscritto, ma senza ottenere ancora alcuna risposta. In effetti anche noi abbiamo cercato di contattare il direttore amminsitrativo tramite ufficio stampa con un’email, ma ancora non è arrivato alcun riscontro.

Quello che siamo riusciti a ricavare dagli uffici é che non ci sarebbe al momento una procedura in piedi di mobilità interna per infermieri da portare a completamento, tant’è che l’azienda sanitaria sta pensando di bandire a breve un avviso in tal senso, in ogni caso anche qualora l’ospedale leccese dovesse diventare autonomo si dovrà discutere prima sui tavoli con i sindacati il destino di tutto il personale.

Roberta Grima
ADMINISTRATOR
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